Andrea è di Calci, vicino Pisa, ma noi lo abbiamo conosciuto a Sarzana in occasione del Festival della mente al quale abbiamo partecipato entrambi. Abbiamo condiviso tre giorni bellissimi che ci hanno permesso di conoscerlo meglio. Andrea è pieno di vita, sveglio, curioso e le sue creature costruite con vecchi attrezzi da cucina e da lavoro rispecchiano a pieno la sua natura: divertente, pronta al gioco ed attenta all'ambiente.
Andrea Locci workspace |
Abbiamo fatto qualche domanda ad Andrea:
Raccontaci qualcosa di te e del tuo lavoro:
Sono un “cerca fuffa - raccatta valvole - componi rottami - ammucchia tarli - scova ruggine -assembla latte"… Appartengo oramai a quella multietnica tribù di adoratori di ciarpame, carabattole, tegami e ruggine, che poi non butta via niente per ricomporle con fantasia e stile nelle mie opere artistiche, ispirate alla fantascienza, ai fumetti, all'arte tribale, alla natura…
Quando è scattata la scintilla che ti ha spinto a creare la prima creatura con materiale di riciclo?
La prima volta che ho visto una discarica e l'enorme montagna di rottami ferrosi presente, ero un giovane fanatico della scena punk e in Italia giravano i Mutoidi, con le loro impressionanti performance fatte di fumanti motori meccanici e sculture di animali e mostroni ferruginosi: insomma l'atmosfera ideale per cominciare!! ...decisi così di provare anch'io di fronte a tanti tesori…
Hai tanti progetti in essere, ce né uno al quale sei particolarmente legato?
Recentemente sono affascinato dalle capacità di costruzione della casa che hanno alcuni piccoli animali e insetti. Questi formidabili architetti del riuso (basti pensare a come gli uccelli intrecciano e tappezzano il loro nido con i più svariati elementi: rami, foglie, plastica...) sono per me, fonte di nuove ispirazioni a cui sto già lavorando.
Siamo convinte che tu abbia tanti aneddoti che riguardano la lavorazione/creazione dei tuoi lavori, ce ne puoi raccontare uno?
Più che un aneddoto in particolare mi viene in mente quando sono arrivato a Calci (il paese dove vivo) molti anziani mi guardavano con sospetto!! Non riuscivano ad inquadrarmi!! Ma una volta visti i miei lavori, hanno cominciato a portarmi una marea di vecchi oggetti dalle loro cantine e soffitte, orgogliosi del fatto che prima o poi avrebbero fatto parte di un‘opera. Quando li riguardo o me li trovo fra le mani, mi fanno sorridere…
Oltre a una forte passione, ci vuole molto impegno e tanta pratica, sia nel costruire materialmente
qualcosa che parte da un’idea, sia nell'intrecciare relazioni collaborative, ludiche, sociali, artistiche… i social network mi aiutano a diffondere il mio lavoro, le relazioni con le persone mi aiutano nella crescita artistica e i rapporti che ho instaurato sul territorio dove vivo, mi aiutano a reperire moltissimi materiali.
Come scegli i materiali, o sono loro che scelgono te?
Sono loro a scegliermi quando mi colpiscono senza pensare all'uso che ne farò. Sono io a sceglierli quando ho un progetto più preciso da realizzare.
Un aggettivo che ti rappresenta?
Curioso.
Il complimento più bello che hai ricevuto?
Hanno scritto di me: "un artista profondo e gentile".
E il peggiore? Come l’hai presa?
È probabile che chi non apprezza veramente il mio lavoro non me lo abbia detto esplicitamente, a volte ho la percezione che alcune persone si soffermino sul materiale che uso con pregiudizio visto che è materiale di riciclo, dando poi poca importanza a tutta la fase precedente all'opera: ricerca, idea etc…
Una mostra in Giappone. Un autobus magari a due piani come quelli inglesi, da utilizzare come galleria e laboratorio itinerante.
Sogni fuori dal cassetto e che sei riuscito a realizzare?
Comprare il laboratorio dove creo e lavoro (un amore a prima vista). Aver costituito con altri artisti un collettivo che gestisce uno spazio espositivo, culturale, ludico e sociale a Pisa e ad aver esposto le mie opere alla biennale di arte contemporanea in Marocco.
Da bambino come e cosa immaginavi di diventare?
Un po' esploratore e un po' archeologo.
Da cosa trai ispirazione?
Dalla mia smisurata passione per i fumetti e la narrativa di fantascienza, tutta l’arte popunderground e tribale, la natura, il rock’n roll, il Dada e il pinzimonio…
Luogo del cuore?
I monti pisani.
Cosa ascolti mentre lavori?
Ascolto molto la radio che mi tiene compagnia e tanta musica di vari generi: posso spaziare dal
bluegrass, alla cumbia, dal jazz ai canti gregoriani.
Consigliaci un libro?
I libri tattili di Bruno Munari.
Sogni una collaborazione? Se si, con chi?
Mi piacerebbe collaborare con qualche piccola casa editrice di libri per illustrare con i lavori,
copertine, fiabe, racconti di vario genere.
Progetti per il futuro?
La forza di gravità e la razionata economia mi tiene spesso a casa ma desidero viaggiare di più.
Dove possiamo trovare le tue opere?
Nel mio laboratorio in via S. Maria 7 a Calci (PI) e alla galleria iPAZZIFactory in Via Palestro, 21 a Pisa.
Hai qualcosa da dire a chi sta cominciando ad avviare il proprio percorso lavorativo nel campo
dell’autoproduzione e dell’artigianato?
Rimanere sempre originali.
Trovate Andrea Locci su:
Se sei un artigian*, lavori con testa e mani, vorresti farci conoscere la tua realtà e magari partecipare alla nostra rubrica puoi taggare su instagram uno dei tuoi progetti e inserire l'hashtag #quasibriciole. Saremo felici di visionare i tuoi lavori e conoscere il tuo brand, sarà nostra premura contattarti per un approfondimento qualora lo ritenessimo nelle nostre corde.